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In data 16.12.15, lo scrivente si è recato in visita alla Casa Circondariale di Caltagirone (CT), con una delegazione della UIL PA Penitenziari.
Nel corso della visita si è potuto riscontrare ed è stato segnalato che:
Il block – house è privo di un qualsiasi riparo dagli agenti atmosferici. Ciò impone di effettuare controlli all’aperto, anche in caso di pioggia. E’ privo di bagno e l’unità ivi operante è fortemente penalizzata in termini di fruibilità e di espletamento di bisogni fisiologici.
La porta carraia è priva del sistema di aerazione/aspirazione. Ciò determina condizioni di alto rischio per il personale, che operando in spazi chiusi, è costretto ad assorbire ed inalare i gas di scarico, fumi nocivi e polveri sottili rilasciati dagli automezzi in sosta e in transito.
Il campo sportivo riservato al personale è abbandonato e si presenta invaso da sterpaglie. Essendo ubicato all’ingresso dell’istituto non contribuisce a dare certo una buona immagine dell’Amministrazione.
Nonostante l’istituto sia di nuova costruzione (aperto nel 2002) gli uffici del personale ubicati nelle sezioni detentive sono pervasi da umidità e muffa. Analoga situazione si riscontra per
gli ambienti detentivi (Sezioni).
Notevoli ed importanti infiltrazioni d’acqua dai tetti si possono notare in tutto l’istituto. Infiltrazioni che hanno determinato il precoce deterioramento della tinteggiatura interna.
Le fognature, a cielo aperto e coperte solo da una griglia metallica, si presentano sature e rilasciano permanentemente cattivi odori che invadono le sezioni detentive.
Gli evidenti segni di deterioramento del fabbricato fanno presupporre che non siano mai stati effettuati lavori di manutenzione. E’ alquanto incomprensibile come un istituto aperto solo alcuni anni fa possa presentare tali gravi carenze strutturali.
Nonostante la soppressione di diversi posti di servizio, le unità di polizia penitenziaria attualmente in servizio appaiono assolutamente insufficienti alle esigenze operative dell’istituto. E’ evidente la drastica riduzione dell’organico di polizia penitenziaria, che nel marzo 2014, da 158 unità è stato ridotto a 127 unità con un depauperamento del 20%, cosa che non si è mai verificata in altri istituti; quindi da un organico di 158 unità per una popolazione detenuta di 210 unità, si è passati ad un organico di 127 unità con una popolazione detenuta di 312 ristretti alla data del 16.12.2015.
L’aumento della popolazione detenuta ha comportato maggiori oneri per tutti gli uffici il cui organico, pur carente, non è possibile integrare in questo momento; a breve saranno incrementate le giornate (da 2 a 3) di colloqui detenuti con familiari con servizio di prenotazione e non appena possibile l’attivazione del servizio una domenica al mese.
In realtà il personale di polizia penitenziaria amministrato, compreso quello del NTP, presente è pari a 105 unità compresi i sottufficiali, 92 in totale di cui 66 a turno su una pianta organica di127 unità. Sono presenti solo 2 unità di polizia penitenziaria femminile e 1 in distacco, insufficienti a garantire i servizi indispensabili d’Istituto. Dovrebbero essere presenti almeno 5 donne per garantire a predetto personale i diritti soggettivi ed oggettivi e certamente con l’incremento dei servizi colloqui diventa indispensabile l’invio in distacco di almeno altre 2 unità oltre le 3 presenti.
Al Nucleo Traduzioni e Piantonamenti dell’Istituto sono impiegate 8 unità (compresi Coordinatore e Vice Coordinatore), insufficienti a garantire la copertura delle necessità e dei gravi carichi di lavoro giornaliero. I mezzi a disposizione del predetto Nucleo risultano logori e obsoleti e non garantiscono quell’efficienza e funzionalità richiesta .
Nei mesi di giugno e luglio 2015 sono state attivate ulteriori due sezioni detentive rese funzionanti come prolungamento di due sezioni già esistenti al padiglione 25. Per l’occasione il Provveditorato ha distaccato 11 unità di polizia penitenziaria da altre sedi limitrofe, inferiori alle 15 previste dalla concertazione regionale.
Il personale ha sollecitato alla UIL PA Penitenziari di adoperarsi affinché vi sia un più incisivo ricorso alle visite previste dalla L. 626, in materia di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.
Certamente anche chi è profano si renderà conto che con 97 agenti (comprese le unità femminili) per i servizi d’istituto e 8 agenti compresi i graduati per i servizi di traduzione e piantonamento i diritti oggettivi e soggettivi sono assicurati con estrema difficoltà ed inoltre le condizioni strutturali sono, oseremo dire, insufficienti a garantire la salute del personale e dei ristretti a causa dell’umidità che imperversa e la sicurezza dell’istituto con una riduzione di posti di servizio per carenza di organico rischia di venire meno.
In attesa di riscontro circa le eventuali iniziative di competenza delle SS.LL. che si vorranno assumere, si coglie l’occasione per porgere distinti saluti.